Rebellin thanks the crowds in Bassano del Grappa after his final pro race at the Veneto Classic in October 2022.

La famiglia di Davide Rebellin chiede giustizia mentre la polizia cerca il camionista

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Non c’è ancora traccia dell’autista che ha ucciso Davide Rebellin in un incidente, e la famiglia del defunto italiano chiede che sia fatta giustizia.

Rebellin, 51 anni, è morto sul colpo quando è stato investito da un camionista mentre era in bicicletta a Montebello Vicentino mercoledì scorso.

A distanza di due giorni, la Procura di Vicenza ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, ma non c’è ancora traccia del veicolo e dell’autista.

La famiglia di Rebellin non sa se l’autista fosse all’oscuro dell’incidente o se si sia dato alla fuga in piena coscienza. In ogni caso, hanno bisogno di risposte.

“Spero che lo trovino”, ha dichiarato la madre di Rebellin al quotidiano italiano Il Corriere della Sera (si apre in una nuova scheda). “E spero che se si scopre che è davvero scappato dopo aver ucciso mio figlio, la giustizia possa fare il suo corso. Nessuno dovrebbe morire così”.

Secondo Il Corriere, le indagini della polizia si concentrano sulle telecamere a circuito chiuso montate su un palo alto tre metri nel parcheggio di un ristorante di Montebello. Appena fuori dall’inquadratura c’è la rotatoria dove Rebellin è stato ucciso.

Circa 10 camion sono transitati intorno all’ora del decesso, con gli agenti che si sono concentrati su un camion rosso con targa straniera. Le telecamere avrebbero mostrato il veicolo che entrava nel parcheggio dalla rotatoria e ne usciva dopo quattro minuti per poi ripartire dalla rotatoria. Si ipotizza che si tratti di un veicolo con targa tedesca che potrebbe essere diretto al Brennero, che conduce in Germania via Innsbruck.

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Carlo Rebellin, fratello di Davide, ha lanciato un appello affinché l’autista “si presenti, per spiegare la situazione”, secondo quanto riportato da Il Corriere.

“La famiglia può accettare qualsiasi errore umano, ma non possiamo sopportare l’idea di fuggire dalla scena del crimine. Davide era un esperto. Non possiamo credere che sia stato un suo errore”.

Nelle ultime 48 ore il mondo del ciclismo ha reso omaggio a Rebellin. L’italiano ha smesso di gareggiare solo in ottobre, ponendo fine a una carriera lunga 30 anni.

Ha conquistato vittorie alla Liegi-Bastogne-Liegi, alla Flèche Wallonne, all’Amstel Gold Race, alla Tirreno-Adriatico, alla Parigi-Nizza, alla Clásica San Sebastián e alla Züri-Metzgete, ma non sono mancate le polemiche: è stato il primo atleta italiano a essere privato di una medaglia olimpica quando è risultato positivo al CERA ai Giochi di Pechino 2008.

Tornato al professionismo nel 2011, anche se le porte del WorldTour sono rimaste chiuse per il resto della sua carriera, ha continuato a correre per squadre come la CCC, la Meridiana-Kamen e la Kuwait-Cartucho, prima di chiudere i battenti con la squadra continentale italiana Work Service.

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