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Davide Rebellin, una vita su due ruote

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Sei settimane fa, la sera prima della sua ultima corsa da professionista e nel bel mezzo di una lunga conversazione che ripercorreva i picchi e le valli dei suoi tre decenni di carriera, il compianto Davide Rebellin ci teneva a sottolineare una cosa: la Classica del Veneto segnava la fine di un capitolo, ma la storia della sua vita su due ruote non era completa.

“Vado in bicicletta perché seguo la mia passione. Domenica è la mia ultima gara, ma lunedì o martedì sarò già di nuovo in sella”, ha detto Rebellin con dolcezza. “Per me è un modo per sentirmi bene con me stesso. È il mio stile di vita. E so che sarà così anche dopo. Ho sempre detto che avrei continuato a fare gare finché mi sarei sentito bene. Ora sarà diverso, ma continuerò ad andare in bicicletta. È il mio modo di sentirmi bene”.

Luca
Luca Sarletti

Sono un appassionato di bici che ha praticato quasi tutti i tipi di ciclismo. Ama il vento tra i capelli, il sole sulle spalle e forse anche gli insetti tra i denti. No, sto scherzando su quest'ultimo punto. Non vado matto nemmeno per le ustioni da strada, ma riconosco che per avere il meglio bisogna fare qualche occasionale capitombolo. Sento che la mia bici è il mezzo su cui può rilassarmi, lasciare i problemi sulla strada, incontrare nuove persone, andare in posti nuovi e vivere una vita avventurosa. Sono pronto a condividere il viaggio con voi.

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