Tom Pidcock descends on stage 11 of the 2022 Tour de France

Il progetto SafeR dell’UCI: unione del ciclismo professionistico per migliorare la sicurezza in gara

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L’Unione Ciclistica Internazionale (UCI) e le principali parti interessate nel ciclismo professionistico hanno annunciato una nuova iniziativa sulla sicurezza chiamata SafeR – SafeRoadcycling, con l’obiettivo di migliorare la sicurezza nelle gare maschili e femminili.

Nel corso degli anni, lo sport ha faticato a rispondere al crescente numero di incidenti e incidenti di gara, con corridori, squadre, UCI e organizzatori di gare che spesso si incolpano a vicenda. Purtroppo, la recente tragica morte di Gino Mäder al Tour de Suisse ha reso ancora più evidente la necessità di una maggiore sicurezza.

La necessità di affrontare con un atteggiamento più unito la questione della sicurezza in gara è emersa dopo l’incidente ad alta velocità di Fabio Jakobsen al Tour de Pologne del 2020. Inoltre, l’aumento dell’arredamento stradale e di un moderno design delle strade rappresenta una sfida crescente per le corse ad alta velocità.

SafeR è stato presentato a Bilbao prima dell’inizio del Tour de France dal presidente dell’UCI David Lappartient, dal direttore di gara del Tour de France Christian Prudhomme, che è anche presidente dell’associazione organizzatrice della gara AIOCC, e da Richard Plugge, team manager del team Jumbo-Visma e presidente dell’associazione AIGCP dei team.

All’evento era presente anche Adam Hansen, presidente dell’associazione motociclisti CPA, tramite collegamento video. Ha affermato che la sicurezza è ora la maggior preoccupazione dei corridori.

Lappartient ha ammesso che nonostante le misure adottate dopo il rafforzamento delle regole di sicurezza dell’UCI nel 2021, il numero di incidenti e infortuni continua ad aumentare. Pertanto, ha sottolineato l’importanza di unire le forze per invertire questa tendenza, dando vita a SafeR, un progetto che nasce dalla volontà comune di trovare soluzioni insieme.

Le parti interessate del ciclismo sembrano pronte a collaborare per il bene di tutti. Plugge ha affermato: “Oggi è un giorno orgoglioso perché siamo qui insieme”. Ha sottolineato l’importanza di lavorare insieme per risolvere i problemi relativi alla sicurezza, che riguardano non solo i corridori, le squadre, le gare o l’UCI singolarmente, ma che coinvolgono tutti coloro che sono coinvolti nel ciclismo. Ha sottolineato la volontà di continuare a correre su strada.

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Michael Rogers, ex campione del mondo di cronometro e responsabile dell’innovazione dell’UCI, insieme a Jaap Van Hulten, COO del team Jumbo-Visma e ad altri volontari delle parti interessate, ha lavorato ai primi passi del progetto SafeR.

Rogers e Van Hulten hanno rivelato alcuni dettagli, ma hanno suggerito che SafeR sarà completamente operativo solo nel 2025. La creazione di una fondazione indipendente e i finanziamenti da parte dei corridori, delle squadre e delle gare devono ancora essere stabiliti e confermati.

Gli organizzatori delle gare saranno comunque legalmente responsabili della sicurezza e l’UCI continuerà a creare e applicare i regolamenti e le penalità. Tuttavia, Rogers e Van Hulten hanno sottolineato che il lavoro di SafeR sarà basato su fatti e dati. Verrà utilizzato il database degli incidenti ciclistici dell’UCI, che incorpora informazioni provenienti dalle squadre, dai corridori, dall’UCI, dai dati sugli incidenti e persino dai social media, per identificare le cause degli incidenti.

Rogers ha rivelato che nel 2022 c’è stato un aumento del 24% degli incidenti, soprattutto negli ultimi 40 km di gara, dove si registra il 58% degli incidenti.

SafeR valuterà i rischi dei percorsi delle gare UCI WorldTour, UCI Women’s WorldTour e UCI ProSeries, fornendo consulenza sulla sicurezza ai commissari UCI durante le gare, effettuando audit di sicurezza sugli organizzatori e sulle squadre e pubblicando rapporti trimestrali sulla sicurezza per migliorare la sicurezza e condividere informazioni.

I nuovi regolamenti UCI potrebbero introdurre nuove penalità per i corridori che causano incidenti, analoghe ai cartellini gialli e rossi, e potrebbero standardizzare i sistemi e gli standard di sicurezza.

Prudhomme ha affermato che lui e l’ASO stanno già lavorando per migliorare la sicurezza delle gare. Ha evidenziato che sono state riasfaltate 100 km di strade nelle Alpi per il Tour de France di quest’anno, individuando e proteggendo 5000 punti pericolosi durante le tre settimane di gara. Prevede inoltre l’utilizzo di maggiori misure di protezione nelle discese in montagna per evitare incidenti ad alta velocità.

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Lappartient ha chiarito che le discese in montagna rimarranno parte integrante dello sport, anche se saranno rese più sicure. Ha affermato che gli organizzatori collaboreranno per rendere le gare più sicure: “Le salite devono essere sicure, ma non possiamo vietare le discese”.

Simone
Simone Rogini

Appassionato di avventura e sport all'aria aperta. La sua bicicletta, una Graziella modificata e fatta in casa. Una bicicletta versatile che, come il suo proprietario, trascende ogni tipo di attività. Viaggiatore di lungo corso (Parigi-Città del Capo, Great Divide, tour delle Dolomiti...), Simone può anche essere visto sulle strade della pianura Padana con i panni dell'avventuriero urbano. Giornalista e autore, su questo blog condivide le sue esperienze e il suo punto di vista sulle molteplici sfaccettature della cultura ciclistica.

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