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Potresti essere uno di quei ciclisti che escono solo per fare un giro o che usano la bici solo quando il tempo è bello. Quando arriva l’inverno, riponi il tuo prezioso strumento nel ripostiglio e la poverina rimane lì fino alla primavera. Non ti costringeremo a portare fuori la tua bici, ti daremo solo qualche consiglio nel caso in cui tu contragga il virus e decidi di svegliarla dal letargo.

Ciclismo in attrezzatura invernale

Strati sovrapposti

La cosa più importante, ovviamente, è coprirsi bene, ma non eccessivamente. La combinazione freddo + sudore può essere fatale quando si tratta di prendere un raffreddore o, molto peggio, una polmonite. Quindi è una buona idea indossare diversi strati di vestiti e indossarli o toglierli a seconda di quanto sei caldo o freddo. Con questa strategia, potresti dover fermarti più volte salendo una collina o passando per toglierti i vestiti, ma quando arrivi in ​​cima ed è ora di tornare giù, puoi cogliere l’occasione per rimetterli. Potresti sentirti come una cipolla, ma ne vale la pena.

I diversi strati che consigliamo possono essere una maglietta traspirante a maniche lunghe, un pile sottile, una giacca a vento, possibilmente un pile spesso e, se è prevista pioggia, un impermeabile. Per le gambe, gli strati possono essere collant corti, collant lunghi in lycra o leggings e, per il clima più freddo, pile più spessi. Gli esperti di probikeshop in Belgio sapranno guidarti alla perfezione nella scelta dei vestiti e dei materiali giusti.

Gli accessori

Come abbiamo detto con la teoria del pannolino, è brutto avere freddo, ma è peggio sudare quando fa freddo. Ecco perché è bene mantenere le estremità calde e far sudare il corpo, il petto e la schiena. Una delle cose più importanti è quindi proteggere dal freddo gambe, braccia, gola, orecchie e occhi. Per questo, ecco vari accessori a tua disposizione.

– Casco e cuffie. È meglio usare uno di quelli che sono come una fascia fatta di una sottile fodera in pile. È meglio di un berretto, prima in modo che il casco si adatti e poi, di nuovo, in modo da non sudare. Una delle parti del corpo che suda di più è la testa.

– Un fazzoletto o una sciarpa per coprire il collo, la gola e la bocca. È sempre pratico perché quando hai meno freddo puoi lasciarlo libero e se no puoi coprire quasi tutto il viso fino al naso. Si consiglia che sia traspirante in questo modo.

– Guanti lunghi. Ricorda, è inverno, i guanti estivi non sono più validi. Si consigliano guanti spessi con membrana antivento e imbottitura.

– Un kit di pronto soccorso in cotone per le orecchie. Realizzato in palline, può essere inserito nelle orecchie per evitare le temute e dolorose otiti. A differenza dei tappi per le orecchie, ti consente di ascoltare il traffico e le conversazioni.

– Scarpe invernali. Se usi i normali pedali, puoi sempre usare un paio di scarpe da trekking. Se invece usi i ramponi e le scarpe che hai sono per la mezza stagione, hai due opzioni: o usa due paia di calzini, oppure acquista un copriscarpe in neoprene che trasforma le tue scarpe da mezza stagione. scarpe.

– Occhiali, anche se è inverno, anche se non c’è il sole, perché l’aria fredda, a diretto contatto con gli occhi, provoca irritazione. Questo è fastidioso perché, a causa del calore che emaniamo, gli occhiali tendono ad appannarsi. È meglio che siano trasparenti come questi e non occhiali da sole.

E, infine, l’ultima cosa da fare è scegliere il percorso da seguire anticipando il meteo. Se non sei sicuro di quale percorso prendere, puoi iniziare a capire da quale percorso vuoi iniziare e trovare quello più vicino alla tua zona.

Simone
Simone Rogini

Appassionato di avventura e sport all'aria aperta. La sua bicicletta, una Graziella modificata e fatta in casa. Una bicicletta versatile che, come il suo proprietario, trascende ogni tipo di attività. Viaggiatore di lungo corso (Parigi-Città del Capo, Great Divide, tour delle Dolomiti...), Simone può anche essere visto sulle strade della pianura Padana con i panni dell'avventuriero urbano. Giornalista e autore, su questo blog condivide le sue esperienze e il suo punto di vista sulle molteplici sfaccettature della cultura ciclistica.

Di Simone Rogini

Appassionato di avventura e sport all'aria aperta. La sua bicicletta, una Graziella modificata e fatta in casa. Una bicicletta versatile che, come il suo proprietario, trascende ogni tipo di attività. Viaggiatore di lungo corso (Parigi-Città del Capo, Great Divide, tour delle Dolomiti...), Simone può anche essere visto sulle strade della pianura Padana con i panni dell'avventuriero urbano. Giornalista e autore, su questo blog condivide le sue esperienze e il suo punto di vista sulle molteplici sfaccettature della cultura ciclistica.

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