Tour de France stage 17: Crash pads on the descent from the Col de la Loze

Il presidente del CPA Adam Hansen afferma che le misure di sicurezza del Tour de France sono solo all’inizio

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La recente e tragica morte di Gino Mäder in un incidente al Tour de Suisse ha portato alla richiesta di maggiori misure di sicurezza al Tour de France. Il presidente dell’associazione di ciclisti CPA, Adam Hansen, ha sollevato le preoccupazioni riguardanti i potenziali pericoli del percorso e le ha trasmesse agli organizzatori ASO, responsabili della selezione del percorso del Tour de France. Come risultato, c’è stato un notevole aumento dell’uso di tamponi nelle aree potenzialmente pericolose delle discese, in particolare negli arrivi in discesa delle tappe 14 e 17 del Tour. Questa potrebbe essere la prima volta nella storia che i motociclisti hanno una voce in capitolo nelle misure adottate per la loro sicurezza.

Adam Hansen ha avuto l’opportunità di vedere in anteprima due delle discese più difficili del Tour de France del 2023 e ha pubblicato dei video del tragitto in discesa lungo il Col de Joux (tappa 14) e lungo il Col de la Loze (tappa 17), fornendo consigli ai ciclisti. Ha anche lavorato con l’ASO per ottenere ulteriore protezione nelle curve e ha invitato i corridori a rimanere entro i limiti. Anche se queste misure non possono completamente prevenire gli incidenti, Hansen crede che piccoli accorgimenti come punti di protezione aggiuntivi possano fare la differenza.

L’UCI sembra essere riluttante ad adottare misure di sicurezza vincolanti per gli organizzatori delle gare. Hansen ritiene che le linee guida dovrebbero essere consolidate in vere e proprie regole dell’UCI per garantire la sicurezza sia dei ciclisti che dei motociclisti. Gli organizzatori del Tour de France, ad esempio, usano principalmente barriere ad incastro per gli arrivi sprint, ma alcuni eventi usano ancora barriere con piedi ricurvi che possono essere pericolose per i ciclisti.

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Hansen vuole che la sicurezza sia una priorità in tutte le gare, non solo nel Tour de France. Rileva che ci sono già aziende che offrono tecnologie innovative per migliorare la sicurezza delle gare, come segnali LED che avvertono i motociclisti di ostacoli e curve strette, e barriere di plastica che tengono gli spettatori a una distanza di sicurezza. La morte di Mäder ha sicuramente evidenziato la necessità di ulteriori sforzi per proteggere i motociclisti, ma Hansen considera la sicurezza di tutti i ciclisti la sua priorità sin dall’inizio.

Hansen è stato trasparente riguardo ai suoi sforzi e alle sue idee sui social media, il che ha fatto innervosire alcuni dei protagonisti del ciclismo. Tuttavia, egli ritiene che la trasparenza sia necessaria per fare progressi e per garantire il benessere dei corridori.

Mentre l’UCI continua a lavorare al suo progetto SafeR, che potrebbe essere ostacolato dalla burocrazia, Hansen prosegue con il suo approccio diretto, contattando gli organizzatori delle gare per affrontare direttamente le questioni di sicurezza. Il suo obiettivo è rendere la sicurezza una priorità in tutte le gare e garantire che le misure di sicurezza siano effettivamente implementate.

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